Il toscano Stefano Cecchini (La Bagarre) fa doppietta e vince per il secondo anno consecutivo la 22. Sportful Dolomiti Race di Feltre coprendo i 204km di percorso con quasi 5.000mt di dislivell. Il meteo non gli fa fare il record ma il gradino più alto del podio arriva dopo 6h31’54” dopo un combattutissimo rush finale con Enrico Zen (Team Beraldo) che lo aveva ripreso in discesa dopo lo scollinamento dell’utima fatica di Passo Croce d’Aune. Gli sono valsi la vittoria gli ultimi 450mt di salita dello strappo di via MEzzaterra prima di raggiungere io traguardo di Piazza Maggiore. Terzo l’ex pro Mauro Facci (reduce da alcune vittorie altre granfondo), 2’31” il suo distacco dal primo. Miglior bellunese Nicola Cassol portacolori del Pedale Feltrino che è la società organizzatrice che ha chiuso settimo assoluto con il tempo di 6’43”30.
Tra le donne trionfo per distacco (di 28’) di Simona Parente (Somec-Mg K Vis) che ha vinto in 7h18’22 davanti alla compagna di squadra Odette Bertolin (7h46’) e Maria Cristina Prati (Team del Capitano) in 7h57’28.
“Mi hanno dato il pettorale numero 1 perché ho vinto l’anno scorso e mi sentivo una pressione pazzesca – ha raccontato Cecchini – speravo ma non credevo di vincere, io ce l’ho messa tutta. Noi oggi abbiamo fatto tanta fatica ma credo che chi arriva dopo di noi, dopo 10 ore farà molta più fatica di noi e meritano loro il nostro applauso. Questa è una corsa che ti rimane nel cuore, anche se è molto dura e anche questa volta ho perso 5 anni di vita dalla fatica”.
“Ho perso la granfondo negli ultimi 300mt – ha detto Zen reduce dalla vittoria della Gran Fondo del Giro d’Italia di Cividale – ma Cecchini è stato il più forte, aveva più gamba e non si discute. Devo fare i complimenti agli organizzatori e ha tutti quelli che come noi hanno fatto il percorso lungo perché questa granfondo è molto dura e ti rimane per tutta la vita. Ma l’importante alla fine è sempre divertirsi, anche se non si vince come è successo a me oggi”.
Un trascorso da prof nella Fassa Bortolo, ma Facci oggi si è dovuto accontentare del terzo posto: “Oggi ho trovato ciclisti più forti di me e Cecchini aveva davvero una marcia in più in salita. Io ho fatto tutto quello che potevo, è andata bene lo stesso”.
Nel PERCORSO MEDIO (133km e 3050 mt di dislivello) vittoria (finalmente dopo una serie di edizioni come eterno secondo) per Luigi Salimbeni (Ciclo team San Ginese) che ha chiuso in volata su Fabio Cini (Genetik cycling) in 4h04’59. Terzo ad un battito di ciglia Matteo Cipriani (vincitore dell’edizione 2015) dell’Inifinity Cycling club.
“Questo ultimo strappo prima del traguardo mi da sempre tante emozioni – ha commentato all’arrivo Salimbeni, per la terza volta sul gradino più alto della granfondo di Feltre – la Sportful è la granfondo più importante per me e ci tengo molto. Dedico la vittoria a mia moglie che mi lascia fare lo sport che amo e fa tanti sacrifici con me”.
Prima donna per distacco nel MEDIO, Barbara Lancioni (già vincitrice di tre edizioni della Sportful Dolomiti Race ma percorso lungo) che ha vinto per distacco con 4h28’26” su Astrid Schartmuller (Alpilatte) che ha chiuso dopo 4h35’47 e Marica Tassinari (Passion Faentina) in 4h41’10.
Come da tradizione la maggior parte degli iscritti ha puntato sul percorso Gran Fondo, malgrado l’elevato grado di difficoltà, consapevoli di portare a casa il ricordo di un’impresa. Solo 72 le donne che hanno puntato sul lungo che prevedeva la scalata di Cima Campo, Passo Manghen, Passo Rolle e Passo Croce d’Aune per un totale di quasi 5.000mt di dislivello.
Non ha creato intoppi di rilievo il blocco del traffico di 3 ore sul Passo Rolle che ha consentito di far correre in completa sicurezza oltre la metà dei ciclisti che sceglievano di fare il percorso lungo. E questo si è visto anche di riflesso sul numero e la gravità di interventi del servizio sanitario che non è dovuto intervenire che per qualche caduta autonoma di lieve gravità. Niente a che vedere con gli incidenti provocati dai motociclisti che nell’edizione 2015 avevamo mandato all’ospedale in gravi condizioni 5 ciclisti incolpevoli.
Mentre sono ormai collaudate le chiusure di 2 ore di Passo Manghen, Broccon, Gobbera e di 6 ore dell’ultima salita a Croce d’Aune.
“Il nostro sogno nel cassetto sarebbe di arrivare alla chiusura totale per tutta la granfondo per garantire la sicurezza di tutti i 4.650 partecipanti – ha commentato soddisfatto Ivan PIOL, presidente del comitato organizzatore che fa capo al Pedale Feltrino – sappiamo che è un’utopia ma noi ci proveremo lo stesso. Lo sta già facendo la Maratona dles Dolomites, anche noi abbiamo le Dolomiti e quest’anno è stato fatto un lavoro capillare di informazione anche assieme all’Apt del Primiero e alle forze dell’ordine delle Valli del Primiero e della zona del Rolle, i frutti si sono visti e ringraziamo tutti, anche la Provincia di Trento per la grande collaborazione. I disagi sono stati limitati. Il nostro obiettivo è diventare l’alternativa alla Maratona dles Dolomiti di Corvara. Le Dolomiti le abbiamo anche noi e il percorso che attraversiamo è assolutamente fantastico come dimostrano i numeri che abbiamo raggiunto.
Quest’anno abbiamo sperimentato anche il sistema di gps di cui abbiamo dotato tutti i 90 mezzi dell’organizzazione creando una centrale al traguardo che coordinava tutte le operazioni di soccorso, assistenza meccanica e sanitaria intervento con precisione e tempismo. Esperimento riuscito e che adotteremo di sicuro d’ora in avanti”.
Una granfondo che ha parlato molte lingue anche il cubano di Enrique Torres,
il brasiliano di un gruppo di ciclisti di Rio de Janeiro che seguivano l’attore Rodrigo Hilbert
lo spagnolo degli amici di Underbike che arrivavano da Barcellona,
il tedesco dei giornalisti della rivista Tour Magazine che hanno seguito la granfondo sui pedali (in entrambi i percorsi) e in moto.
Solo per citare alcuni dei 500 stranieri che hanno preso parte alla festa di sport partita alle 7 da Feltre e conclusasi alle 19.30 con la maglia nera della granfondo: sono arrivati 4′ prima della chiusura: Carmelo De Mariano di Milano e Giorgio Foschini e di Faenza accolti dal comitato organizzatore della Sportful Dolomiti Race schierato al completo e scortati dal camion scopa della granfondo. A loro la premiazione solenne con la consegna della maglia nera 2016.
Voci ufficiali della granfondo Luca Della Porta (a Passo Croce d’Aune e poi al traguardo), Paolo Mei e Paolo Mutton tra partenza e arrivo.