La Sportful Dolomiti Race è un collage di storie. Ogni partecipante ha la sua. C’è chi pedala per fare l’impresa, chi per battere l’amico di uscite, chi per dimostrare a se stesso che può affrontare salite impensabili e tagliare il traguardo, chi per dire “io c’ero e adesso mi bevo una birra fresca con gli amici”, chi per scoprire nuovi posti. C’è chi adora l’Italia e pedalando lungo le nostre strade…si è innamorato del nostro territorio.
Ognuno “nasconde” dietro il numero di pettorale una storia particolare e personale.
Quella che vi raccontiamo è quella del 56enne inglese Andrew Meilak, nato a Tripoli ma londinese.
Dopo aver pedalato la granfondo di Feltre si è innamorato della zona e 20 anni fa ha deciso, trainato dalla moglie Manuela (marchigiana di nascita), di comprare una casa ad Aune, il paesino che attraversate poco prima di raggiungere Passo Croce d’Aune.
A distanza di anni ora è anche parte della famiglia del Pedale Feltrino e con orgoglio (anche nostro) ha la sua tessera ciclistica.
Una storia incredibile che vale la pena di farci raccontare. Perché le storie più belle sono quelle create dalle coincidenze del destino. E nella vita di Andrew le coincidenze non sono mancate.
Come hai scoperto la granfondo di Feltre?
“Il mio amico Kevin aveva un’agenzia che organizzava viaggi sportivi, voleva venire in Italia e io parlo italiano, mi ha chiesto di aiutarlo con il gruppo. C’era da pedalare in posti bellissimi, sono partito con lui”.
La tua prima granfondo di Feltre risale al 1999: subito il lungo e subito pioggia e freddo.
“Me la ricordo bene, scendendo da Cima Campo mi fermai dal meccanico per vedere se per caso avevo problemi ai freni. Invece, la bicicletta era perfetta, ero io che dal freddo non la guidavo bene. Ricordo ancora il the caldo e la coperta data dai volontari al ristoro. Arrivavo dall’Inghilterra, la mia granfondo non poteva finire così. Mi sono asciugato e sono ripartito per il Manghen. Lì mi sono scaldato subito e ho imparato che non bisogna sottovalutare la montagna perché il meteo può cambiare all’improvviso. Nell’ultima salita, è uscito il sole. Arrivare ad Aune per me è stato come arrivare in Paradiso, sono rimasto stregato dalla bellezza dei posti”.
Nonostante l’edizione da tregenda, sei tornato a Feltre, quante ne hai fatte?
“Ne ho pedalate almeno 7. Ma la prima è quella che ha cambiato la mia vita. Ho vinto anche il premio come miglior straniero, mi hanno dato il cavatappi da collezione di Campagnolo”.
Quando hai deciso di comprare casa ad Aune?
“Era il 2003, avevamo 3 bimbi piccoli e mia moglie mi chiese di venire con loro perché le piace la montagna. Alloggiavamo all’Hotel Croce d’Aune. Una mattina scendo a fare colazione e trovo mia moglie con un perito che discuteva per l’acquisto di una casa ad Aune dove stavano costruendo delle case nuove. Da quel giorno passiamo le nostre ferie ad Aune, sempre nel periodo della granfondo ma veniamo anche in altri periodi”.
Ma perché proprio Aune e non Feltre, ad esempio?
“È un paese piccolo, ha pochi abitanti, è tranquillo, l’unico rumore è quello delle campane della chiesa e delle mucche al pascolo. È un posto dove ci riposiamo, è bello, a mia moglie piace fare camminate con i cani a me andare in bici, siamo felici li. Si dorme e si respira bene, si mangia bene. E’ il posto ideale per ricaricare le batteria soprattutto per chi per lavoro ha molto stress”.
Che lavoro fai?
“Ora sono in pensione, anzi sono libero professionista. Sono un medico di famiglia specializzato in medicina sportiva. Ho anche fatto parte dello staff medico del Team Sky nel 2011, poi ho fatto il medico in gara al Tour of Britain”
Da straniero cosa ti piace e cosa no della granfondo?
“Io sono un tipo silenzioso e quando sei in griglia mi da fastidio la musica e lo speaker perché mi devo concentrare, allora non vedo l’ora di scappare e pedalare. Ma poi mi piace tanto affrontare le lunghe salite in compagnia di altre persone, soffriamo insieme, ci aiutiamo, conosco nuovi amici. Come il meccanico dell’organizzazione, Renzo Dalla Rosa, siamo tuttora amici anche con la moglie Mariuccia. Un’amicizia che dura da oltre 20 anni!”